La casa di C.

 

Asfalto lucido di una città qualunque, pioviggina e c'è quel freddo che ti entra nelle ossa,

Voglie di casa, divani caldi, letti con dentro una donna addormentata e calda con i capelli spettinati, la mano che tocca la pelle, le tettte e i capezzoli si accendono in rilievo, la pancia morbida e più giù l'inizio dei peli pubici il cazzo che si ingrossa si appoggia e si incastra giusto nel solco delle natiche. Ma non c'è più niente ,resta solo il fallimento, il fallimento del proprio matrimonio, il fallimento del proprio lavoro, ma anche il fallimento del matrimonio dei propri genitori. Il padre che sposa una ragazzina romena che potrebbe essere sua figlia.

C'è freddo, dall'altro lato della strada c'è una vecchissima villa signorile ormai disabitata, invasa da cespugli ed erba, si fa fatica a vedere l'entrata dal cancello tutto arrugginito.

Il muro di cinta è vecchio ed ha i cocci di vetro in alto. Quello che era il giardino ora è un muro di vegetazione putrido quasi impenetrabile. La casa di C.

Passa una donna, bella, sola di notte a quest'ora, C. apre Youtube sul cellulare e cerca Notturno delle tre di Ivano Fossati

E’ la casa di C. il fallito autolesionista sessantenne con la barba sfatta e i capelli grigi.

Trovarsi senza soldi a 60 anni e abitare in una casa diroccata. All'interno la casa é appena vivibile, c’è modo di scaldarsi, lavarsi e di dormire in un letto, ma fuori é diventata un rudere. Meglio così, almeno nessuno ci prova ad andarlo a trovare.

Quella casa diroccata é il simbolo del suo fallimento, prima che sua moglie Natalie se ne andasse doveva essere la loro casa da ristrutturare, sarebbe diventata la loro casa.

Soldi per sistemate il giardino e la casa non ce ne sono più. C. è n esperto informatico decaduto, divorziato, senza figli né parenti. C. cerca di tenere un profilo basso e di non farsi notare dai servizi sociali. Chissà se gli permetterebbero di stare in un ambiente così. Sposato tanti anni fa con Natalie, una donna bellissima, capelli castano scuri, occhi verdi, alta. Natalie, uno di quei tipi che quando entrano in una stanza la illuminano, una sorta di vitalità, bellezza e personalità che sono come un sasso che cade in uno specchio d'acqua ferma.

Natalie era la ragazza più altruista del mondo, una specie di Che Guevara femmina che si prendeva sulle spalle i problemi di tutti, una di quelle donne che tentano e ritentano caparbiamente di risolvere problemi e di tene insieme un unione anche contro ogni evidenza. Eppure C. riesce a farla scappare, un impresa al limite dell’impossibile. Lei amava C. e lui lo sa e questo non fa che amplificare il suo autolesionismo.

Ma se siamo a questo punto della storia é ovvio che tra C. e Natalie non ha funzionato e piano piano senza rendersi conto di quello che stava succedendo C. si é allontanato. Anzi, a dire la verità se ne rendeva conto ma il suo autolesionismo ha preso il controllo. Depressione, l'interesse per l'informatica e il lavoro svaniti, notti intere passate fuori. Poi settimane passate fuori casa con Sandra a fare pericolosi esperimenti di chimica (su se stessi) e scopate disperate come se non ci fosse un futuro. In un appartamento piuttosto squallido di Milano, arrivano questi amici di Sandra con alcuni francobolli da leccare, tanto cosa può succedere di peggio? A dir la verità all’inizio non è successo nulla, passa un quarto d’ora e...niente.

La radio nella stanza passa Smash my bitch up dei Prodigy

- Sandra vado a fare un giro fuori

Sandra, probabilmente già fatta, cerca di protestare debolmente, C. non capisce cos’ha detto

Esce. La porta blindata si chiude pesantemente dietro le sue spalle. Di fronte c’è l’ascensore con il cancelletto di ferro, nella tromba delle scale, C. lo apre ed entra, chiude il cancelletto, chiude la porta dell’ascensore. C’è una piastra di ferro di fronte alla pulsantiera dell’ascensore con tanti buchini. Guardandoli bene i buchi sembrano pulsare, C. ne tocca uno e si apre un portale sull’universo, si vedono pianeti, galassie. Attraversa lo spazio passando dal buchino della griglia e viaggia ad una velocità fantastica.

Non è dato di sapere quanto tempo C. è rimasto in quell’ascensore.

E intanto i soldi finivano.

E intanto Natalie se n’era andata.

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